Margini: punk di periferia
- Marta Frugoni

- 4 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 apr
Rivendicare il proprio posto nel mondo attraverso la libertà di espressione, la provocazione e l’eccentricità è uno dei fondamenti del movimento punk. Se decidi di essere punk in una città di 80.000 abitanti della profonda Maremma, può capitare di doverti scontrare con delle tradizioni opprimenti, poco disposte a lasciarti spazio, e di sentirti ancora meno integrato.
Questa è la genesi di Margini, film scritto e diretto da Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti, prodotto - tra gli altri - dai Manetti Bros e da poco disponibile on-demand su RaiPlay.

Il film, vincitore del premio del pubblico alla Settimana internazionale della critica della Mostra del cinema di Venezia, è ambientato nella monotona periferia di Grosseto in cui Michele (Francesco Turbanti), Edo (Emanuele Linfatti) e Iacopo (Matteo Creatini) cercano di rompere la routine suonando in una band hardcore punk: i Wait for nothing. L’occasione di portare un po’ di freschezza arriva quando i tre decidono di contattare i Defense, gruppo americano in tournée in Europa, per organizzare una data nella loro città.
In Margini la musica è un rimedio al bigottismo della provincia, una ribellione adolescenziale che continua imperterrita nell’età adulta come sfogo ad una vita di rinunce e di costretti “sogni in piccolo”.
Quando si è giovani si sogna, si immagina… però poi, quando si cresce, si dovrebbe imparare a sognare, sempre sì in grande, ma anche e soprattutto in piccolo. Valentina Carnelutti (Madre di Edo)
La città è il vero antagonista: avviluppa i protagonisti nei suoi tentacoli, cercando di costringerli ad omologarsi e a restare insieme ai loro genitori nella palude delle opportunità sprecate. Tuttavia, i tre non si arrendono neppure quando vengono inesorabilmente trascinati nel turbine di litigi e imprevisti che accompagna la gestione di un evento di quella portata che non sembra importare a nessuno oltre che a loro. Durante il corso del film, il concerto diventa per i ragazzi una questione di vita o di morte.
Creando un mix tra lo scanzonato british humor di This is England (Shane Meadows, 2006), da cui gli sceneggiatori hanno preso ispirazione, e la tenacia anarchica di Kissing Gorbaciov (Luigi D'Alife e Andrea Paco Mariani, 2023), documentario sull’improbabile festival punk Le idi di Marzo, a Melpignano - Puglia, 1988 - Margini è una ventata d’aria fresca nel panorama cinematografico italiano: lo stile di Falsetti risulta fresco e giovane, capace di rappresentare un dilemma generazionale senza scadere nel melodrammatico.

La struttura dinamica è poi arricchita dalle performance degli attori e dalla loro chimica invidiabile che detta il ritmo lasciando il pubblico con il fiato sospeso; il risultato è una commedia capace di far sorridere e innervosire lo spettatore, a cui capiterà spesso di essere contrario alle decisioni dei personaggi.
[I protagonisti] combattono le avversità sbagliando in tutti i modi possibili… ma, un po’ come nella vita, è proprio sbagliando che imparano a cavarsela. Antonio Manetti- produttore

Degna di nota è sicuramente la collaborazione con il fumettista Zerocalcare, disegnatore sia della locandina del film stesso, sia di quella del concerto fittizio organizzato dai protagonisti. Grande amico degli sceneggiatori e presente grazie a un cameo nel film, l’artista ha dimestichezza con le tematiche trattate: i suoi lavori sono dei racconti introspettivi con al centro persone ‘ai margini’ la cui satira ricalca molto il tono ironico del film Margini (ricordiamo per esempio la narrazione di Strappare lungo i bordi).
Margini è una favola senza lieto fine, uno stralcio di vita vera con le sue difficoltà e le sue soddisfazioni; l’obiettivo del film è mostrare come, stazionando ai limiti della società, si rischia di non accorgersi dello scorrere delle ore, dei giorni, dei mesi – persino degli anni – e come sia “necessario sognare in grande” per evitare che la periferia si trasformi in una condizione umana oltre che geografica.
m.f.










Un articolo che infonde speranza sul futuro del cinema italiano, incrociamo le dita!
Quello che nasce nelle periferie è più forte del punk! Bellissimo articolo
Bellissimo film, pieno di significati, brave🔥