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Elena Garro: la vita di un animo dissidente

Aggiornamento: 23 giu

Rubrica: Vita da strega


Elena Garro, spesso definita semplicisticamente ‘la pazza moglie di Octavio Paz’, è stata in realtà una delle più grandi scrittrici messicane del ‘900. La sua storia si radica e sviluppa sotto l’ombra di un marito-padrone e sotto quella dei grandi nomi maschili della letteratura messicana novecentesca.


Elena Garro scrittrice del 900

Garro nacque nel 1916 a Puebla, Messico. Fin da bambina diede prova del suo spirito artistico attraverso la passione e il talento per danza, teatro e letteratura, cose che crescendo la condussero a studiare lettere e, nel mentre, a lavorare come drammaturga e coreografa.


Elena Garro scrittrice e marito Octavio Paz

In seguito al matrimonio del 1937 con Octavio Paz, poeta e scrittore da Premio Nobel, la giovane Elena fu costretta a ritirarsi a vita privata. Dopo due anni dalla loro unione nacque, lo stesso giorno della madre, la figlia Helena Paz Garro, fatto che renderà la scrittrice ancora più vincolata al ruolo domestico di cura verso il marito e la primogenita. 

Paz la convinse - o costrinse - a seguirlo per il mondo e, se voleva scrivere, a occuparsi di giornalismo, cosa che non era nei suoi reali interessi. Negli anni Garro accumulò, così, svariati scritti soffocati in pesanti bauli che trascinava con sé in ogni trasloco, essendo letti solo dai pochi intellettuali della cerchia del suo consorte.


Nonostante le costanti lotte col marito - che la portava, oltre che a nascondere, anche a distruggere le proprie opere - Garro scrisse il romanzo Ricordi dell’avvenire: si dice che il manoscritto sia stato recuperato dalle fiamme di una stufa dalla figlia della scrittrice. Il primo riconoscimento della critica avviene nel 1963 con il premio Xavier Villaurrutia proprio per quel romanzo, il suo unico tradotto in italiano; molti indicano l’opera come il primo esempio di realismo magico latino-americano. 


Pur vivendo in un tempo dove le autrici donne iniziavano ad avere sempre più spazio, le opere scritte da loro continuavano ad essere considerate meno importanti, frivole e sentimentaliste. Garro fu ignorata dai colleghi uomini sin dalle sue prime pubblicazioni, nonostante ricevesse apprezzamenti della critica. Questo trattamento si inscrive nel tentativo sistematico di cancellazione delle donne dalla storia delle arti: ha, infatti, colpito svariate scrittrici come Carson McCullers, Sylvia Plath e Zelda Fitzgerald che hanno operato nell’indifferenza generale, vivendo oppresse da uomini potenti e famosi.  


LIbro i ricordi dell'avvenire di Elena Garro scrittrice

L’ombra dietro cui fu relegata non è soltanto quella del coniuge: il termine realismo magico venne coniato da Franz Roh nel 1925 e divenne celebre principalmente grazie a Gabriel García Márquez che, però, deve molto all’opera di Garro. L’autrice, infatti, scrisse e pubblicò Ricordi dell’avvenire nel 1952, ben prima della creazione dei più celebri testi di autori come Fuentes, Márquez e Donoso - ancora oggi considerati i maggiori esponenti del realismo magico  - ponendone di fatto le fondamenta.

Per tutta la vita Garro ripudiò l’etichetta affibbiata al suo genere che considerava una mera strategia commerciale. In ogni caso, l’ambiente del cosiddetto Boom latinoamericano fu poco inclusivo, lasciando spazio ad una sola donna: Carmen Balcells.


Fin dai suoi primi scritti, Garro ha parlato criticamente della politica, soprattutto schierandosi contro gli abusi dei latifondisti e le false promesse del governo riguardo la riforma agraria. Inoltre, uno dei temi ricorrenti delle sue opere è l’oppressione del femminile nella società e nella coppia: i suoi scritti sono popolati da donne anticonformiste che sfidano l’ordine patriarcale. 


La sua vita iniziò a complicarsi ulteriormente col divorzio da Octavio Paz, cosa che le portò l’antipatia di molti intellettuali di sinistra vicini al marito, che iniziavano a definirla ‘pazza’, probabilmente per il suo carattere insubordinato e indomito

massacro di Tlatelolco del 2 ottobre 1968

Il punto di rottura definitivo avvenne nel 1968, quando Garro si immerse nel ribollio giovanile che agitava il mondo e che non risparmiò il Messico: qui le rivolte studentesche non cedettero, nonostante il costante aumento delle violenze della polizia, fino ad arrivare al tragico massacro di Tlatelolco del 2 ottobre. 

Garro aveva sempre espresso opinioni progressiste contro il governo, ma aveva anche dato giudizi sul movimento studentesco e criticato gli intellettuali di sinistra. Il 6 ottobre i giornali accusarono la scrittrice di aver aizzato il movimento studentesco e di essere parte di un complotto comunista per rovesciare il governo, probabilmente per aver guidato nell'agosto di quell'anno una manifestazione davanti all'ambasciata sovietica per protestare contro l'invasione della Cecoslovacchia. 

Il giorno stesso la polizia fece un blitz intorno all’abitazione che stava ospitando Garro e sua figlia: dopo un primo tentativo di fuga, a causa di svariate minacce, la scrittrice acconsentì a rilasciare un'intervista in cui ripeté ciò che aveva sempre detto: “Gli intellettuali sono i colpevoli. Io incolpo gli intellettuali di essere i veri responsabili di ciò che è accaduto. Questi intellettuali di estrema sinistra che hanno lanciato gli studenti in un’avventura pazza, che è costata vite e ha provocato dolore in diverse case messicane. Adesso come codardi, perché sì, sono dei codardi, si nascondono…”.


La mattina dopo, sulla prima pagina de El Universal si lesse il titolo: Elena Garro incolpa 500 intellettuali, con tanto di nomi e cognomi (mai citati esplicitamente da lei). La sera la polizia segreta entrò nella sua abitazione per arrestarla: da quel momento ricevette soltanto minacce, esclusione e insulti dalla sua gente. Nel 1972 lasciò il Messico per un esilio costretto di ben 22 anni, per poi morire nel 1998 in povertà tra l’indifferenza generale.


Elena Garro scrittrice

Il suo operato ha iniziato ad essere rivalutato dal 2016, uscendo dall’ambiente accademico per arrivare ad un pubblico più ampio. Anche in quel caso la delusione è stata grande: la casa editrice Drácena ha deciso di pubblicare un suo libro con la fascetta riportante: “Moglie di Octavio Paz, amante di Bioy Casares, ispiratrice di García Márquez e ammirata da Borges” validando la sua figura solo attraverso la stima degli uomini che la circondavano.



p.c.



2 commenti


OP
09 mag

Complimenti per aver raccontato questa interessantissima storia

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Ospite
09 mag

Grazie per avere portato alla luce una autrice profonda e...pazza come lo è chi non si conforma alle follie della normalità patriarcale

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