Sputiamo su Holden con Mariella Martucci
- Penelope Contardi, Marta Frugoni
- 6 giorni fa
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Aggiornamento: 5 giorni fa
Rubrica: Voci d’artistə
La scrittrice e sceneggiatrice Mariella Martucci condivide con noi i dettagli riguardo la nascita del suo podcast Sputiamo su Holden, partendo dalle sue origini di lettrice, indagando la collaborazione artistica con l’amica a collega Carolina Capria e la scelta di dedicarsi alla lettura di opere di sole autrici donne.

Come racconti nel tuo podcast Sputiamo su Holden, prima di essere una scrittrice sei stata un’avida lettrice: nel primo episodio spieghi di esserti resa conto di aver sempre letto principalmente autori uomini, cosa che credo accomuni molti lettori e molte lettrici. A cosa ritieni che sia dovuto?
Quando e come hai realizzato di dover e voler cambiare approccio alla lettura prediligendo lo sguardo femminile?
Credo che la preponderanza di autori sugli scaffali della mia libreria fosse una conseguenza della maggiore autorevolezza di cui godono gli uomini nella nostra società, non solo in letteratura, ma in ogni ambito - pensiamo ai professionisti che vengono chiamati “dottori”, e alle loro colleghe che invece si sentono chiamare “signorina”. Il maschile è automaticamente considerato migliore, sempre, e così, in letteratura, le voci degli autori sono ritenute più universali, più ricercate, più eterne. Gli uomini sono scrittori, le donne sono… donne che si dilettano a scrivere. Rendermi conto di come questo pregiudizio avesse agito anche su di me è stato uno shock, ed è coinciso con il mio percorso di consapevolezza femminista. A quel punto mi sono trovata davanti a una scelta obbligata, anche perché più scoprivo voci femminili capaci di svelarmi qualcosa su chi ero, più mi pareva che la maggior parte delle voci maschili non avesse nulla da dirmi.
Dall'inizio della tua carriera di scrittrice hai pubblicato testi spesso rivolti ai giovanissimi e alle giovanissime, quanto credi che sia necessario formare le persone sin dalla tenera età sulle battaglie del femminismo intersezionale?
Credo che sia essenziale, una priorità. Dovremmo far crescere le bambine e i bambini in un ambiente, con messaggi ed esempi che insegnino loro il rispetto di ogni essere vivente e del Pianeta, che insegnino l’importanza del consenso, l’empatia, la gentilezza e la compassione. Che instillino in loro il senso della giustizia. Una persona cresciuta in questo modo sarà una brava persona, e sarà per forza di cose una persona femminista e che non ha paura di definirsi tale.
I tuoi libri sono spesso scritti in collaborazione con Carolina Capria, quanto è per te importante creare una rete tra donne che lavorano nell’arte e condividono gli stessi ideali?
Io e Carolina ci siamo conosciute vent’anni fa, e prima di ogni altra cosa siamo diventate amiche, un’amicizia che poi si è trasformata anche in collaborazione artistica e che si concretizza non solo nella scrittura a quattro mani, ma anche nel sostegno continuo e quotidiano che l’una offre all'altra nel portare avanti i reciproci progetti individuali. Sinceramente non credo che la mia vita personale e professionale sarebbero state le stesse senza l’esperienza condivisa con Carolina (in arte L'ha scritto una femmina), senza il processo di crescita a due e il confronto continuo su cui si è basata. È stata la ricchezza di questo rapporto che mi ha insegnato, attraverso l’esperienza diretta, l’importanza del sostegno tra donne - e anche in questo caso, non mi riferisco solo al campo dell’arte, ma a tutti. Credo che sia nostro dovere investire nelle altre donne e creare una rete femminile ampissima. Questo significa collaborare con altre donne, sostenerle, mettere a disposizione ciò che si è imparato negli anni a chi è più giovane e sta iniziando, ma anche, nella vita quotidiana, “scegliere donna”. Ho una carie? Mi rivolgo a una dentista. Mi serve un parere legale? Cerco un’avvocata. Devo comprare qualcosa? Scelgo un’attività creata da donne. E così via.
Di recente hai intrapreso un nuovo percorso: il podcast Sputiamo su Holden, che si propone di fare divulgazione e informazione sulla letteratura di autrici donne, troppo spesso denigrata e accantonata. Il lavoro che stai facendo è per noi preziosissimo. Quando e perché hai sentito l’urgenza di iniziare questo nuovo percorso?
Grazie! Sputiamo su Holden nasce dall’esigenza di condividere con più persone possibile le scoperte fatte in questi anni di letture – romanzi potenti e le loro autrici, con un’attenzione particolare a quelle storie di formazione che, sì, mi hanno arricchita anche da adulta, ma che sarebbero state preziosissime durante gli anni della mia formazione perché, come dico nella sigla del podcast, “mi avrebbero aiutata a capirmi, a stimarmi, a incazzarmi, ad amarmi e proteggermi più di quanto abbiano fatto quelle scritte da J.D. Salinger e compagnia bella”.
Illustrazioni di Valentina Merzi
Quali sono i consigli pratici per giovani lettrici che si sono stancate di leggere scritti di uomini, con protagonisti uomini e vogliono passare ad uno sguardo femminile all’interno della letteratura?
Allora. Innanzitutto, cercate. Al giorno d’oggi ci sono tantissime pagine social che parlano di autrici passate e contemporanee e delle loro opere, ma basta anche solo Google. Siete appassionate di horror? Scrivete nella barra di ricerca “libri horror scritti da donne” o “autrici horror”, e scoprirete nomi e titoli tra cui scegliere. Stessa cosa con classici, fantascienza e via dicendo. Ci sono autrici che vale la pena scoprire ovunque si rivolga lo sguardo. Poi, condividete. Parlate delle vostre scoperte con chi vi sta attorno.

Se potete, partecipate a un bookclub dedicato alle opere delle autrici (come quello di L’ha scritto una femmina – che esiste anche in versione online): non solo è un’occasione per leggere libri a cui magari non ci si sarebbe mai accostate, ma anche di partecipare a un confronto prezioso e arricchente. Infine, ricordate: non deve piacervi tutto quello che leggete. Se si fa questa scelta anche per ragioni ideologiche può capitare di sentirsi quasi obbligate ad amare tutto quello che si legge, e invece no: ci saranno libri che ci parleranno, e altri che non ci diranno nulla, ed è giusto così. L’atto di sorellanza sta nella scelta a monte, e anche i nostri gusti contano.
In conclusione, quali sono stati i libri che ti hanno formata e che vorresti consigliare alle nostre lettrici per approcciarsi alla letteratura femminista?
Non sarei stata la ragazzina che sono stata senza le storie di Bianca Pitzorno, in particolare Speciale Violante e Principessa Laurentina, che mi hanno dato protagoniste che mi assomigliavano, nelle fragilità e nel potenziale. E non sarei la donna che sono senza le storie di Elena Ferrante, che più di tutto mi hanno insegnato a voler bene alla parte più “scomoda” di me - quella arrabbiata, quella che su certi temi non è disposta al dialogo - a capire da dove nasce e a non ritenerla sbagliata. A rivendicarla.
Per quanto riguarda i saggi, invece, ho amato molto Spezzate e Il mostruoso femminile di Jude Ellison Sady Doyle, a cui torno spesso - entrambi perfetti per chi ama riflettere sull’influenza del patriarcato nella cultura pop. E poi non posso non consigliare due saggi profondi ed estremamente fruibili che parlano dei condizionamenti sociali con cui cresciamo, e che sono stati scritti da due mie care amiche: Campo di battaglia, di Carolina Capria, e Filosofia di Barbie, di Silvia Grasso.
Penelope Contardi & Marta Frugoni

















Perfetto, grazie di cuore a tutte le donne. Il patriarcato millenario ci spinge l una contro l altra, è l ennesima gigantesca truffa. L unità fa sempre forza e gratifica. Avanti ragazze di ieri,di oggi,di domani.