top of page

Origins: visioni future

Aggiornamento: 2 giorni fa

Origins è il titolo della sfilata organizzata e realizzata, il 29 maggio allo spazio eventi Hangar68, da studentə del terzo anno di fashion design dell’accademia Laba con la guida del coordinatore di corso Federico Mameli. Richiamando le origini dell’accademia - di cui si è celebrato il venticinquesimo anniversario - il progetto si ispira alle origini della moda globale: quattro gruppi di studentə hanno avuto la possibilità di creare una collezione ciascuno che esplorasse la moda di Africa, Europa, America e Asia. A chiudere la sfilata è stato un ultimo abito che rappresentava, coi suoi dettagli arancioni, l'anniversario dell’accademia. Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con il docente Federico Badinelli, referente del corso di organizzazione delle attività editoriali, fondamentale per la progettazione pratica della sfilata e la scelta della soundtrack.


Ogni collezione è stata preceduta da un video introduttivo realizzato in collaborazione con lə ragazzə del terzo anno di scenografia con lo scopo di suggerire l’estetica e l’ispirazione della collezione. Si sono occupatə, inoltre, della realizzazione dei video back che, mutando con l'alternanza  degli abiti, direzionavano l'andamento della sfilata.


Dopo i 9 look del team Africa, un video ha introdotto il secondo team che, per esprimere la rinascita della moda europea, ha deciso di prendere in esame l’estetica postbellica e neorealista indagando, così, le origini dell’Europa unita.


moodboard del team Europa
moodboard del team Europa

“Abbiamo ragionato sulla rinascita dell'Italia postbellica, concentrandoci sulla ricostruzione che ha seguito il periodo fascista: le nostre principali ispirazioni estetiche - su cui abbiamo costruito il moodboard di partenza - sono state le immagini del fotografo Mario Giacomelli e tutto il cinema dei grandi autori neorealisti. Abbiamo guardato ad un’Europa devastata che doveva ricostruirsi sia culturalmente e ideologicamente, sia praticamente, attraverso la ricostruzione di strade, case, edifici e anche di abiti. Tutta la nostra collezione cerca di ridare vita a quei capi che esistevano già e che necessitavano di essere rivisti e ripensati per avere nuova vita.”

Barbara Brutto, Team leader


Il neorealismo ha influenzato l’estetica italiana ed europea in modo profondissimo e innegabile con registi quali De Sica Rossellini e De Santis che hanno raccontato un’Italia lacerata dal conflitto, senza edulcorare la realtà, narrando gli ultimi attraverso una poetica struggente.

A partire da questo immaginario, gli studenti e le studentesse del gruppo Europa hanno creato abiti - supervisionati dal docente di fashion design Mameli, con l’aiuto pratico della docente di modellistica Delfino e le assistenti Ravelli e Siani - dalle forme regolari e dai colori cupi, di grande eleganza e modernità. Hanno sfilato in passerella cappotti militari, camicie overzise, pantaloni da uomo, tute da lavoro: abiti troppo larghi, tagliati e ritagliati, visibilmente ricuciti, adattati a corpi per cui non erano stati originariamente pensati. Questa visione riprende la moda postbellica che necessitava, per restrizioni economiche, la rivisitazione degli abiti che le famiglie italiane avevano in casa: arrangiarsi con poco, cucire da sé, stringere abiti dei padri o dei mariti, indossare larghi cappotti per non sentire il freddo.



L’abilità deə ragazzə è stata catapultare questo immaginario nella contemporaneità, creando abiti estremamente alla moda. Il tema del riuso e del DIY, seppur per ragioni diverse, è oggi molto caldo: lə giovanə  stanno - in modo fermo e crescente - rifiutando il fast fashion, per prediligere un ‘fai da te’ che coinvolge anche lo sporcarsi le mani per tagliare, tingere e ricucire; il recupero degli abiti dei genitori e dei nonni porta sempre più persone ad indossare con fierezza capi scomposti e ricomposti grossolanamente, troppo larghi, troppo corti, troppo anni ‘80… Ciò a cui abbiamo assistito in passerella è esemplificativo del rifiuto dell’usa e getta contemporaneo e capitalista che porta ad un ragionamento sempre più diffuso sul riutilizzo e il ripensamento dell’abito vecchio.


“L’utilizzo di abiti maschili sulle donne e viceversa deriva dalla necessità, non c’era il denaro per comprarne di nuovi: gli abiti dovevano costantemente essere adattati a corpi diversi superando il genere […] tutto ciò che è stato disegnato ha preso spunto dalla classe operaia, dai lavoratori, dai soldati, per questo molti capi sono camicie, giacche - anche militari - e tute da lavoro. L’usura dimostra il passare del tempo e il passaggio della guerra.”

Barbara Brutto, Team leader


Gli abiti in questione sono tutti unisex: ciò nasce da una necessità portata dalla guerra per cui l’unica cosa importante era essere coperti e vestiti, indipendentemente dal genere per cui era stato pensato il capo. Questo tema è oggi fortemente sentito soprattutto tra lə giovanə che amano sperimentare con gli abiti tutte le possibilità di espressione di genere. L’unisex è una scelta che supera e mette in discussione il binarismo su cui la moda e la società hanno costruito le proprie fondamenta. 


“La scelta dell’unisex si avvicina al discorso contemporaneo, abbiamo cercato di non dare ai capi un genere. Ad esempio, per il mio outfit ho pensato ad una gonna trasformata a partire da un paio di pantaloni e sopra una camicia con gilet oversize: la cravatta-collana, accessorio del mio look, vuole risemantizzare l’accessorio tipicamente collegato all’uomo-lavoratore per associarlo ad un gioiello solitamente più femminile: unendo questi elementi volevo raccontare di come il ruolo della donna è mutato durante la guerra, ricoprendo un ruolo primario nella società e nel sistema produttivo.”

Giulia Gamba, Team Europa



Lə nuovə designer, ragionando sulla nostra storia e sul passato, hanno portato alla luce discorsi contemporanei, caldi e dibattuti, incarnando ciò che l’arte giovanile ha sempre fatto e deve continuare a fare.


Finale di sfilata - Foto di Emanuele Scordo
Finale di sfilata - Foto di Emanuele Scordo


p.c.



1 Comment


Guest
Jun 04

Bravee bellissimo progetto!

Like
bottom of page