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Caput Capitis: l'attivismo biocentrico di Tiziana Pers

Aggiornamento: 4 apr

Rubrica: Attivismo artistico


Nel cuore del Friuli ha preso forma l'arte rivoluzionaria di Tiziana Pers, artista e attivista che ha trasformato il rispetto per ogni essere vivente nel fulcro della propria espressione creativa. La sua pulsante energia si manifesta attraverso una moltitudine di linguaggi artistici e mediali: dalle azioni performative pubbliche alle installazioni, sculture, fotografie, video e pittura. Ciò che rende l’esperienza artistica di Pers profondamente moderna e poetica, è la sua capacità di attingere con audacia alle questioni più urgenti del nostro tempo per poi restituircele filtrate attraverso il suo sguardo.


Tiziana Pers
Tiziana Pers

Al centro della sua ricerca si erge il biocentrismo, filosofia attorno alla quale l'artista tesse una fitta rete di analisi e decostruzioni. Le sue opere spaziano, infatti, tra colonialismo, sessismo e specismo, passando sempre attraverso il capitalismo e il dominio antropico sulla natura, ciascuno dei quali viene smantellato pezzo per pezzo, rivelando le interconnessioni che soggiacciono a tutti questi sistemi di oppressione.


Questa visione critica emerge con particolare forza nella mostra Caput Capitis, presentata a Milano nella primavera del 2019. Il titolo stesso racchiude la chiave di lettura dell'intera esposizione: un richiamo all'etimologia del termine capitalismo, derivata per l’appunto dal latino caput capitis, letteralmente "capo di bestiame"; una definizione rivelatrice che smaschera come, sin dalle origini, il sistema capitalistico abbia oggettivato gli animali non umani, trasformandoli in merce da sfruttare e in unità di misura del benessere economico.


Con il suo lavoro, Pers sferra un attacco frontale contro la riduzione degli esseri senzienti a categorie anonime e funzionali – domestico, selvatico, "da reddito" – denunciando l'industrializzazione del rapporto con gli esseri viventi e la loro brutale conversione in strumenti di profitto. In contrapposizione a questa logica mercificante, l'artista propone un ritorno all'individualità degli animali, invitando i fruitori a riscoprire una relazione basata sulla reciprocità e sulla comunicazione autentica con essi. La sua riflessione artistica si spinge così fino ai confini stessi dell'umanità, ponendo interrogativi fondamentali sulla definizione dell'essere umano e sul suo posto nel mondo.



Mostra Caput Capitis, Tiziana Pers
Mostra Caput Capitis, Tiziana Pers

Il percorso espositivo di Caput Capitis si articola lungo due direttrici fondamentali, apparentemente contrapposte, ma profondamente interconnesse: da un lato, l'artista svela la continuità strutturale tra le diverse forme di dominio, conducendoci verso gli inquietanti scenari del controllo; dall'altro, ci propone possibili margini di mutamento, rotture e aperture verso nuovi percorsi di liberazione.


A fungere da filo conduttore tra queste due narrazioni – e in realtà a permeare tutta la pratica artistica di Tiziana Pers – troviamo il progetto ART_HISTORY, un'opera in-progress che trasforma l'arte in un potenziale strumento di liberazione. Si tratta di una performance dal forte valore politico, in cui l'artista intraprende una negoziazione con pescivendoli e pescatori con l’obiettivo di accordare un baratto: un'opera d'arte in cambio di una vita.


Un esempio emblematico di questa pratica si è svolto a Palermo. All'alba, mentre la Vucciria si risveglia tra i colori e gli odori del mercato, una giovane donna corre trasportando con sé due secchi: si tratta di Tiziana Pers, che percorre correndo tre chilometri fino al molo della baia di Sant'Erasmo. Qui, il contenuto dei secchi viene rovesciato in mare: due pesci ancora vivi sottratti al mercato per essere restituiti alla libertà.

La scena viene documentata e ripetuta per diversi giorni. Ogni liberazione è preceduta da un contratto firmato presso il mercato: il venditore sceglie quale animale cedere e, in cambio, riceve un dipinto a olio della stessa altezza dell'animale barattato.


Performance di ART_HISTORY
Performance di ART_HISTORY

Il video che documenta questo baratto e la corsa disperata di Pers verso il mare costituisce uno degli elementi centrali della mostra Caput Capitis, simbolo di una pratica artistica che non si limita a rappresentare o denunciare, ma interviene concretamente nella realtà, salvando vite e costruendo nuove possibilità di relazione tra umani e altre specie.


A completare la potente narrazione di Caput Capitis interviene un terzo elemento espositivo, un cubo metallico che condensa in sé tutta la brutalità del sistema di sfruttamento animale. Sulla superficie esterna di questa struttura geometrica sono serigrafate due pagine desunte da un trattato di veterinaria d'epoca fascista, il quale svela, attraverso la cruda terminologia dell'epoca, l'inquietante analogia tra il macello animale e lo sterminio umano perpetrato dai regimi nazifascisti. La logica è la stessa: si salva soltanto ciò che è ritenuto utile da salvare, il resto è destinato al macello.


Istallazione di Caput Capitis
Istallazione di Caput Capitis

All'interno del cubo sono occultati – visibili solo a chi si china per guardarne l’interno, prestandogli attenzione – alcuni ganci da macello, la cui brutale semplicità riesce a frantumare l'ovvietà del familiare. Questi uncini metallici sintetizzano il modo di intendere la vita che sta alla base del sistema in cui l'uomo è immerso: un sistema la cui violenza, sorda ma pervasiva, è nota a tutti ma sistematicamente silenziata, taciuta per evitare il confronto con le proprie incresciose responsabilità.


L'interpretazione del rapporto uomo-animale che Tiziana Pers ci offre attraverso la sua arte è straordinariamente ampia e profonda. La sua visione incapsula i temi del controllo, della prevaricazione, della violazione della dignità e della libertà dell'Altro – un Altro che, nell'epoca contemporanea, viene continuamente ridefinito attraverso le lenti del padrone e del dominatore.


Ma ciò che emerge con maggiore forza dalla sua pratica artistica è una riflessione radicale sul ruolo e sul valore dell'arte stessa. Nel lavoro di Pers, infatti, l'arte non è mero strumento di rappresentazione o denuncia, ma diventa un'entità attiva, capace di intervenire concretamente nel tessuto della realtà. Un'arte da cui è lecito e doveroso pretendere molto: non solo la capacità di illuminare le contraddizioni del presente, ma specialmente la possibilità di fare concretamente la differenza, in questo caso salvando una vita.

In un mondo in cui il capitalismo continua a ridurre esseri senzienti a mere unità di profitto, l'arte di Tiziana Pers ci ricorda che ogni vita ha un valore intrinseco, irriducibile a qualsiasi calcolo economico. Ed è forse nell'atto di riconoscere questo valore che risiede la nostra stessa umanità.


c.t.


1 Yorum


Roberta
16 Mar

Articolo interessantissimo!

Beğen
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