Una marea risale gentile: Bellaria Film Festival 2025
- Marta Frugoni
- 13 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 4 minuti fa
Una marea risale gentile, questo il claim della 43esima edizione del Festival del cinema di Bellaria appena conclusasi, per la quarta volta sotto la direzione creativa di Daniela Persico. Per questo 2025 è stata ancora più importante la presenza di prodotti realizzati da donne sugli schermi - come dimostrano i David di Donatello dello scorso 7 maggio - il festival ha proposto varie esperienze delle cineaste, un omaggio alle autrici “avventurose” del cinema indipendente italiano.

Da Maura Delpero con il suo Vermiglio, a cui è stato assegnato il Premio Speciale BFF43, fino all’esordio alla regia di Alissa Jung con Paternal leave, passando per Basileia di Isabella Torre e Hot Milk di Rebecca Leinkiewicz, il programma del BFF 43 ha offerto una panoramica sugli sguardi femminili della contemporaneità.
"Un festival con il 70% dei film realizzati da registe donne? Un festival che dia spazio ai giovanissimi e a chi racconta altre comunità e altre sensibilità? Oggi è possibile, anzi è quello di cui abbiamo bisogno in un mondo sempre più segnato dai muri dell’incomprensione." Daniela Persico
In un ciclo di incontri riguardo le donne nel mondo cinematografico, Domizia De Rosa - presidente di Women in Film, Television & Media Italia - ha analizzato i dati dell’USTAT (https://ustat.mur.gov.it/) per indagare il coinvolgimento delle studentesse di cinema nelle accademie: i numeri evidenziano come una parità non sia ancora stata raggiunta (né tra studentə, né tra insegnanti) ma l’intensificazione di open day negli istituti secondari di secondo grado e gli incontri con figure professionali siano effettivamente in grado di creare dei ponti tra teoria e pratica, per evitare di erigere ulteriori barriere in un ambiente già di per sé ostile alle artiste.
Successivamente, alcune professioniste del settore - quali la sceneggiatrice Valia Santella e le registe Isabella Torre, Roberta Torre e Antonietta De Lillo - hanno condiviso con il pubblico le loro personali esperienze:
"E’ un lavoro che dobbiamo continuare a fare tutti e tutte, ognuno nel proprio campo, per ristabilire un paradigma relazionale che è proprio quest’idea della ‘marea gentile’: un’indicazione per ristabilire una relazione con i nostri figli e le nostre figlie, la generazione futura." Valia Santella

"La maternità è arrivata insieme alla mia maternità autoriale […] mi è stato possibile perché intorno a me ho costruito una realtà femminile, sia nel film che sul set. Per tanto tempo mi hanno detto che era impossibile, che avrei dovuto sacrificare qualcosa e sarei stata logorata dai sensi di colpa. La mia fortuna è stata invece quella di collaborare con figure che io stimo, a livello professionale e umano, che mi hanno aiutato a provare che si poteva fare." Isabella Torre
Nell’incontro del giorno successivo, dal titolo Le avventurose, Roberta Torre e Antonietta De Lillo hanno ribadito l’importanza di ricreare una conversazione che sappia riportarci alle origini del festival stesso, ovvero le prime edizioni degli anni ottanta in cui il cinema indipendente e femminista stava iniziando ad allontanarsi - con successo - dal monopolio dell’industria cinematografica romana. L’obiettivo era creare delle reti: un cinema della collettività, con l’obiettivo di mantenersi aperti al confronto e condividere insieme l’esperienza artistica.
"Quando ho iniziato la mia carriera la situazione per le registe donne era paradossalmente diversa: noi del settore non ci ponevamo troppo il problema, perché pensavamo che le cose sarebbero solo migliorate […]. Perciò è stato scioccante, agli inizi del 2000, notare che essere una donna era diventata una sfortuna, io stessa ho imparato sulla mia pelle a non dare nulla per scontato." Roberta Torre
Le registe descrivono il periodo della loro giovinezza come “libertà - forse - portata dall'incoscienza”, una condizione che le ha spinte verso una rivoluzione “gentile” - faticosa quanto necessaria -, per scardinare l’arroganza del potere patriarcale. Proprio per questo motivo, si sono dette assolutamente favorevoli alla poetica “70-30” della direzione di Daniela Persico: è necessario che non sia mai più accolta con stupore la vittoria di una regista donna ai David di Donatello, come successo per Maura Delpero, prima donna a vincere questo premio in 70 anni.

"Il cinema deve diventare mezzo, secondario, essere il come e non il perché. […] Purtroppo anche i festival oggi hanno la tendenza a catalogare: perdiamo di vista che il fulcro è raccontare, rimanere spettatori." Antonietta De Lillo
“Le avventurose” ha rimarcato l’essenzialità delle testimonianze concrete di autrici donne: ordinate, ribelli, ostinate, donne che da sempre si battono per loro stesse e per le sorelle, affinché tuttə abbiano lo stesso peso in un settore maschilista.
M.F.
Bellissima iniziativa sullo sguardo femminile, più festival così!
Ragazze intraprendenti saranno donne coraggiose, bravissime