Collina Strada: la ribellione etica di Taymour
- Barbara Brutto

- 17 ott
- Tempo di lettura: 5 min
Rubrica: Attivismo artistico
Brand-collettivo newyorkese e cassa di risonanza per la sensibilizzazione a tematiche sociali, Collina Strada è uno dei pochi esempi, tra le nuove etichette indipendenti, di un approccio circolare e sostenibile alla moda.
Nato nel 2008 come brand di gioielli e accessori, si espande all’abbigliamento nel 2012 proponendo al pubblico la sua prima collezione di prêt-à porter genderless.
A fondare questa label è stata Hillary Taymour, tutt’oggi mente creativa e direttrice del brand, che in un’intervista spiega la storia dietro la quale si cela l’origine del nome Collina Strada:
“In school, my friend, who’s Italian, used to call me ‘little Collina.’ It means hill, a nickname for Hillary. It kinda stuck.”

Taymour ha sempre avuto ben chiaro il cuore sostenibile del suo progetto, affermando che fin da piccola trascorreva gran parte del suo tempo immersa nella natura, imparando così a conoscerla e rispettarla. Un legame longevo, quello con il mondo naturale, che attualmente risulta necessario: per Taymour la scelta di una produzione sostenibile dovrebbe essere la norma per tutti i designers. Quest’ideale l’ha portata così a creare la sua linea d'abbigliamento, realizzata prevalentemente con materiali riciclati ed eco-friendly, la cui produzione è accentrata a New York per ridurre le emissioni di Co2. Così, le collezioni che da ormai più di dieci anni hanno consacrato lo status del brand mostrano un approccio etico e consapevole attraverso capi dal design d’avanguardia e una coscienza collettiva che sorpassa i trend passeggeri.
Un po’ come ha sempre sostenuto Westwood – “Compra meno, scegli meglio e fallo durare” – le cui tracce stilistiche hanno macchiato inevitabilmente i capi Collina Strada, anche Taymour in un’intervista dichiara: “Acquista meno, realizza abiti che vadano oltre le tendenze, crea indumenti in un luogo di lavoro equo e giusto, sii consapevole quando scegli i tessuti.”
Per rendere unici i propri capi, continuando a perseguire l’obiettivo di diventare un marchio a impatto zero, Taymour e il team Collina Strada colorano a mano tutte le loro stampe, utilizzano i tessuti Rose Silk, derivati da petali e boccioli di rosa, e gli scampoli di stoffe invenduti provenienti dal mercato di Lanta Moto in Ghana che vengono riciclati e riutilizzati. La continua ricerca di miglioramento da parte del brand – basata sull’idea che più si agisce, più si possono influenzare gli altri a farlo – diventa poi un leit motiv anche per i costumer del brand.
Con il tempo Collina Strada ha formato una comunity specifica e consapevole che le orbita intorno, e che stagione dopo stagione viene coinvolta nei suoi progetti.
Bisogna considerare che l’idea produttiva di Taymour, inserita all’interno di un sistema che predilige la sovrapproduzione e la frenesia dei tempi, cerca di creare un'immagine volta a spronare all’azione per affrontare problemi globali, dal razzismo alla politica.
“Siamo in uno stato cruciale di cambiamento in questo momento e più facciamo, più possiamo influenzare gli altri affinché agiscano. Mentre sorridiamo e sopportiamo la straziante condizioni geopolitica, in cui il mondo brucia e i diritti riproduttivi dei trans e i diritti umani in generale sono minacciati, facciamo appello alla forza della morbidezza per difenderci. Scaviamo nel profondo per riconnetterci all’energia femminile universale, ricordando a noi stessi che c’è audacia nella delicatezza, potere nella bellezza e grinta nella femminilità”.
L'inclusività sociale è alla base del brand: ciò si evince chiaramente dai casting delle sfilate, pensati per rappresentare e dare spazio a chiunque voglia esprimere se stessə liberamente con l’abbigliamento. Lə modellə sceltə non sono quasi mai professionistə, ma persone comuni, collaboratorici del brand, famigliari, amicizie, che includono persone disabili, comunicando che i capi Collina Strada sono adatti a chiunque si senta rappresentatə da essi.
Quando Collina Strada calca, con le sue collezioni, le passerelle della New York Fashion Week, usa la sfilata come uno strumento che sorpassa il concetto momentaneo della collezione e diventa un messaggio di libera espressione e autenticità. È una performance, certo, ma che Taymour vuole venga percepita come stile di vita, un momento attraverso il quale promuovere la diversità, l’autenticità e la libertà di essere se stessi all’interno di un gruppo, tutto attraverso il divertimento.
A scandire i ritmi delle sue collezioni sono degli outfit che trasmettono un atteggiamento impavido e fluido dei classici del guardaroba reinterpretati per essere creati in materiali morbidi non costrittivi e innovativi, tra cui jersey stretch e tessuti vegani. I suoi capi rigorosamente no gender, contraddistinti da stampe coloratissime, spesso legate al mondo infantile e pensati per essere abbinati liberamente, seguendo il concetto del mix and match e del layering.
Non a caso, Collina Strada basa la sua costruzione del proprio DNA creativo sopra due concetti, l’umorismo e la giovinezza, che di collezione in collezione lo hanno reso particolarmente riconoscibile e innovativo.
Il tipo di business che Taymour ha adottato per fronteggiare il tema della sostenibilità è di tipo B2C, ossia Business to Consumer, investendo principalmente su un progetto di marketing accattivante e sulla funzionalità del sito internet. Questo comporta una taglio netto in termini di produzione, con un rischio di merce invenduta di gran lunga ridotto e un guadagno pari.
Inoltre, la struttura del brand non è gerarchica, ci sono solo quattro dipendenti diretti, quattro stagisti, quaranta dipendenti indiretti e 3 stabilimenti a conduzione familiare nel Midtown di New York che collaborano con la produzione. Questo permette a Taymour di avere la trasparenza e l'integrità essenziali per allinearsi ai valori perpetrati dal brand, di cui possiede il 100% delle quote.
Nel 2021 Taymour è stata nominata ai CFDA Awards, evento in cui il Council of Fashion Designer of America assegna premi ai migliori talenti. Lo stesso anno è diventata parte di Gucci Vault, il portale-concept in cui trovare pezzi vintage di Gucci e una sezione di designer emergenti da scoprire. Inoltre, sempre insieme al brand italiano, Collina Strada ha creato un videogioco composto da cinque mondi nei quali si può interagire. All’interno sono presenti i modelli della collezione che si animano e prendono vita, rispecchiano le proprie personalità, e ovviamente gli abiti che indossano. L'obiettivo? Sensibilizzare i giovani alla tematica della sostenibilità.
Tra le collezioni più significative del brand risalta sicuramente la Fall/Winter 23. Una sfilata che ha preso la forma di un’ode al mondo animale dal titolo Please don’t eat my friends, dove è andata in scena una vera e propria performance. Insieme ai look più tradizionali, hanno calcato le passerelle seguendo il ritmo di un soundtrack che ripropone i suoni della foresta una serie di outfit abbinati a maschere animalesche, code da coniglio e orecchie da gatto, indossati da modelli che ne mimano i movimenti.
La Spring/Summer 24 invece, vuole riflettere sulla modernità: concepita con l’intelligenza artificiale, mette insieme tutte le sfilate precedenti del Brand. Il risultato è una collezione estrema, un caos calcolato e un’essenza profonda del brand all’ennesima potenza. Il patchwork è ricorrente e funzionale, un mix tra formale e informale, con l’obiettivo di dare vita ad una serie di capi che si oppongono al patriarcato e al suo concetto di femminilità. Quest’idea di ribellione si respira in tutte le scelte adottate per lo sviluppo della collezione, dal casting dei modelli alla ricerca dei tessuti.
Attraverso le sue collezioni Taymour è capace di interpretare lo stato d’animo di un’intera generazione e concretizzarlo tramite la frivolezza dei colori e le forme dei suoi capi, rendendo Collina Strada un brand concettuale, innovativo e portavoce di nuovi ideali.
b.b.
















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